Il virus di Wuhan o Covid 19 è esploso nelle nostre vite il 9 Marzo 2020, quando l’ex premier, Giuseppe Conte, annunciava in collegamento televisivo le drastiche misure per superare la crisi pandemica.
In quel momento l’Italia si chiudeva in sé stessa e gli italiani, insieme ad altri europei, rinunciavano alla loro libertà.
Da quel giorno si sono susseguiti numerosi eventi: le zone rosse, l’arrivo dei vaccini, l’obbligo vaccinale e il green pass. Per gli italiani è stata una corsa in salita, molti erano spaventati, disorientati, confusi.
A seguito delle stringenti misure prese dai Governi che si sono succeduti – appoggiati dal parere di alcuni “scienziati” autoproclamatisi infallibili –, diversi cittadini hanno cominciato a fare una serie di domande, che ancora oggi, a distanza di quasi tre anni, sono rimaste senza risposta.
Alcuni medici, insieme a scienziati degni di tale nome, hanno individuato strade diverse per arginare la pandemia, mentre altri si sono prodigati per capire quale fosse la vera origine del virus cercando di trovare soluzioni e cure per portare gli italiani fuori pericolo.
Diversi di loro sono stati emarginati e sbrigativamente definiti complottisti; fra questi il professor Joseph Tritto, micro-chirurgo esperto di biotecnologie e nanotecnologie, presidente dell’Accademia di Scienze biomediche (WABT – World Academy of Biomedical Sciences and Technologies). Il professor Tritto è comparso nelle cronache dei giornali per alcune sue affermazioni sull’origine del virus. Ha rivelato, infatti, che questo si era sviluppato nel laboratorio di Wuhan durante gli studi di alcuni ricercatori americani e cinesi e che, per un loro errore, avrebbe poi invaso la città cinese e quindi, attraverso il contagio, si sarebbe diffuso in tutto il mondo.
Il suo libro “Cina-Covid 19. La chimera che ha cambiato il mondo” ha provocato grande scalpore. Tritto, in questo ultimo anno, si è unito ad un gruppo di esperti con i quali ha raccolto una massa di documenti che ha presentato alla Corte Penale Internazionale all’ Aia. Si tratta di un robusto dossier necessario per denunciare gli scienziati che hanno prodotto e potenziato in laboratorio il Sars Cov 2. Un fatto a cui i grandi media non hanno dato importanza (forse perché controllati da chi ha interesse a proteggere i creatori del covid-2?).
Noi, che abbiamo la fortuna di lavorare in una testata realmente libera, ci siamo attivati per raggiungerlo e per porgli alcune domande alle quali, diciamo subito, che il Professore ha risposto senza reticenza.
Quando sono stati presentati i documenti al Tribunale Internazionale dell’Aiae con quale formale atto d’accusa?
L’atto, che verte sul concetto di BioCrime e fa riferimento al Trattato di Roma, è stato presentato alla International Criminal Court (ICC) dell”Ája in tre fasi successive secondo la procedura ICC: il 3-06-2022 on-line; il 19-07-2022 on-line; e il 29-07-2022 per raccomandata internazionale (by registered international mail); per quest’ultima abbiamo ricevuto fattura e ricevuta postale del 9 Agosto 2022 (invoice and post-office receipt dated 09-08-2022).
Il Dossier ha ricevuto l’OTP (Office of The Prosecutor, Ufficio del Procuratore) in data 17 Ottobre 2022, con codice di registrazione OTP-CR-592/22. A partire da questa data è possibile comunicare alcuni dati del dossier senza inficiare la procedura legale penale internazionale in accordo con il gruppo degli avvocati che ha depositato il dossier a nome della WABT (World Academy of Biomedical Sciences and Technologies).
L’informazione ha avuto un ruolo determinante per far accettare le misure restrittive imposte dai Governi?
È in atto la preparazione del Libro Bianco sul BIOCRIME, basata sul dossier depositato alla ICC, da inviare alle delegazioni delle Nazioni Unite per allertare le Nazioni del Rischio delle Biotecnologie Duali e dell’uso massivo ed incontrollato delle Tecniche di Gain of Function e per chiedere una regolamentazione internazionale dei laboratori P3 e P4 che usano queste tecniche.
Esiste una lista dei responsabili in campo politico, scientifico, medico e massmediatico italiano?
Nel Dossier depositato sono indicati i nomi di coloro che hanno partecipato, a livello internazionale, direttamente e/o indirettamente, alla realizzazione del virus di Wuhan a livello internazionale. L’Italia non ha mai partecipato ufficialmente alle attività del Laboratorio di Wuhan, mentre ha svolto un ruolo attivo di primo piano nella obbligatorietà delle campagne vaccinali e si doterà di Laboratori P3 e P4 per lo studio di biotecnologie duali e di farmaci a mRNA
L’Italia, considerata spesso il ventre molle dell’Europa,ha avuto un ruolo strategico nella pandemia?
L’ Italia è il Paese dove è iniziata l’epidemia in Europa con la variante L (molto virulenta) di Wuhan e che ha applicato le norme più severe e restrittive del Vecchio continente con un tasso di vaccinazione alto e con un tasso di mortalità alto sia per Covid che post-vaccino.
È giusto che anche l’attività svolta dagli editori e dai giornalisti sia sottoposta al giudizio di un Tribunale Internazionale?
Il Cover-up internazionale sia sull’origine non-naturale del virus, supportato da pubblicazioni scientifiche ad hoc, sia sul tipo di propagazione e sulle misure di contenimento, sia sulla reale natura dei farmaci a mRNA ad uso vaccinale e sulla loro reale o presunta efficacia’, ignorando l’impatto degli effetti collaterali avversi e rimanendo evasivi sulle controindicazioni in un regime di sperimentazione di fase III con consenso informato obbligatorio, ha evidenziato in prima linea il ruolo degli organi di informazione pubblici e privati, che globalmente hanno sposato la linea della vaccinazione obbligatoria ad ogni costo, chiudendo gli spazi per un ragionevole e necessario confronto sulle validità scientifiche e sulle alternative terapeutiche, in specie le terapie precoci, l’uso del plasma convalescente, i test diagnostici etc. L’ingerenza massiva dei media americani in territorio europeo si è rivelata particolarmente coercitiva nei confronti della liberà di espressione dei cittadini e degli esperti indipendenti, soprattutto alla luce delle recenti deposizioni per esempio del Ceo di Facebook di fronte al Senato americano sulle pressioni governative ricevute per supportate la narrativa pre-costituita, senza parlare della comparsa in scena dei cosiddetti facts-checkers, in contratto con i gruppi mass-media (vedi facebook), validati da istituzioni americane private politicizzate, e senza nessuna dignità professionale comprovata in Europa, con evidenti conflitti di interesse come in Italia.
Una “pandemiopoli” mondiale verrà mai a conoscenza di milioni di persone o i proprietari dell’informazione, in gran parte collusi con coloro che l’hanno favorita, insabbieranno tutto?
La verità viene sempre allo scoperto, a volte con molto ritardo. Il problema è la capacità della società civile di sviluppare in tempo la consapevolezza di quello che sta accadendo e di chiedere con forza la ricerca della verità in tempi brevi
Tra gli attivisti del Forum di Davos, la pandemia, la guerra in Ucraina esiste qualche connessione?
L’ Agenda 201 di Davos nel 2019 aveva anticipato e simulato la pandemia da coronavirus, in una visione di competizione geo-politica mondiale con la prospettiva di un Great Reset, al quale i grandi Paesi terzomondisti hanno palesemente rifiutato di partecipare. Subito dopo è scoppiata la pandemia, colpevolizzando la Cina e quindi di fatto accusando la leadership cinese dell’accaduto, che poteva essere obbligata ad un cambio di leadership più favorevole agli Stati Uniti. La guerra inutile ed immotivata in Europa ha destabilizzato l’Europa occidentale, allontanando la Russia dal Vecchio continente, mentre il deterrente biologico della pandemia in corso con altri tipi di virus, come l’Omicron, rimane costante come fattore di pressione e di condizionamento. Il Great Reset non può essere imposto contro la volontà di due terzi della popolazione mondiale, né con la deterrenza nucleare né con quella biologica, perché sarebbe la catastrofe per l’umanità.
didascalia: professor Joseph Tritto – Tgcom24